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LA STORIA DELL'AUTODROMO

L’autodromo di Varano Melegari nasce verso la fine del 1969 per iniziativa di un gruppo di appassionati locali capitanati da Ennio Dallara, Romano Meggi, Giuseppe Dalla Chiesa, dal sindaco Giorgio Bonzani e dall’ingegner Giampaolo Dallara; il primo tracciato il cui asfalto viene steso dall’impresa del cavalier Ennio Dallara, padre dell’ingegnere, con il coinvolgimento di diversi camionisti della zona, misura solo 550 metri e, a parte una piccola variante sul lato nord, in pratica delimita il campo da calcio del paese.
Le prime competizioni organizzate subito dopo vedono protagoniste le piccole Formula K 250 assieme a gare “Tris” nelle quali scendono in pista solamente tre concorrenti per volta che si affrontano in eliminatorie.
Nonostante il dissenso di una parte della popolazione che organizza una “lenzuolata” di protesta, lo sviluppo prosegue e nel 1971 si effettua il primo allungamento portando il tracciato alla lunghezza di 1200 metri.
Nel frattempo l’autodromo è stato intitolato a San Cristoforo e la gestione è stata assunta dalla Pro Loco; in estate arriva la Ferrari una delle 312 B di Formula 1.
Jacky Icks dopo aver inanellato alcuni giri, sbaglia la frenata ed esce di pista nella curva a gomito nei pressi del ponte, curva che da quel momento viene intitolata all’asso belga.
Nel 1972 si concretizza l’allungamento del rettilineo e lo spostamento in avanti della “Parabolica” ed il 26 marzo avviene l’inaugurazione ufficiale con il primo Trofeo Automobile Club Parma; le infrastrutture sono ancora carenti: i cronometristi sono sistemati su un carro agricolo, ma passo dopo passo l’autodromo cresce ospitando prove e gare per auto e moto.
Le prime competizioni organizzate subito dopo vedono protagoniste le piccole Formula K 250 assieme a gare “Tris” nelle quali scendono in pista solamente tre concorrenti per volta che si affrontano in eliminatorie.
Nonostante il dissenso di una parte della popolazione che organizza una “lenzuolata” di protesta, lo sviluppo prosegue e nel 1971 si effettua il primo allungamento portando il tracciato alla lunghezza di 1200 metri.
Nel frattempo l’autodromo è stato intitolato a San Cristoforo e la gestione è stata assunta dalla Pro Loco; in estate arriva la Ferrari una delle 312 B di Formula 1.
Jacky Icks dopo aver inanellato alcuni giri, sbaglia la frenata ed esce di pista nella curva a gomito nei pressi del ponte, curva che da quel momento viene intitolata all’asso belga.
Nel 1972 si concretizza l’allungamento del rettilineo e lo spostamento in avanti della “Parabolica” ed il 26 marzo avviene l’inaugurazione ufficiale con il primo Trofeo Automobile Club Parma; le infrastrutture sono ancora carenti: i cronometristi sono sistemati su un carro agricolo, ma passo dopo passo l’autodromo cresce ospitando prove e gare per auto e moto.
Dopo la fase pionieristica, dal 1981 viene creata la “Società di gestione sport automobilistici” (SO.GE.S.A.) che con a capo l’allora presidente Gian Carlo Saracchi e direttore Romano Meggi, curerà l’attività a livello manageriale.
Nel 1983 la denominazione ufficiale lascia il posto a “Riccardo Paletti” il giovane pilota di Formula 1 cresciuto agonisticamente proprio a Varano che aveva perso la vita nel Gran Premio di Canada.
Seppur non si tratti di una competizione, va ricordato il record entrato nel “Guinnes” dei primati ottenuto dai tre parmigiani Norberto Naummi, Roberto Ghillani e Maurizio Foppiani che per raccogliere fondi per l’associazione “Noi per Loro” girarono ininterrottamente senza mai fermarsi nemmeno per i rifornimenti per 23 giorni consecutivi nell’agosto del 1986.
A partire dal 1991 l’ex pilota di Formula 1 Andrea De Adamich istituisce in via permanente il Centro Internazionale di Guida Sicura che organizza corsi con automobili Alfa Romeo e Maserati.
In questi anni che hanno visto passare il testimone da Romano Meggi al figlio Alessandro, l’asfalto del San Cristoforo prima e Riccardo Paletti poi, ha visto debuttare molte vetture, dalle prime Sport Dallara alle tantissime versioni delle Formula 3 nate a brevissima distanza dall’autodromo, ed ancora auto di tutti i tipi e di tanti marchi diversi.
Gli anni 2000 segnano un cambiamento radicale del circuito: una data da ricordare è quella del 22 febbraio 2002 quando viene ufficialmente aperto il nuovo tracciato che dai 1800 metri passa a 2375.
Nel corso degli anni la pista viene ulteriormente modificata assumendo così l’aspetto attuale con il tracciato che misura 2350 metri, crescendo costantemente anche a livello di infrastrutture, con l’adeguamento del paddock, la costruzione di una palazzina per gli uffici e la sala stampa, dei box e del ristorante, sia a livello di sicurezza con lavori che hanno permesso l’ottenimento della licenza interazionale Fia.
Sempre dal 2002 è stata realizzata una pista permanente per gare di Supermotard (ricordiamo la disputa di tappe del Campionato Europeo e Italiano), riconosciuta dall’ambiente come una delle più veloci e tecniche al mondo.
L’autodromo è stato, ed è tuttora palestra e primo palcoscenico importante per tanti giovani diventati in seguito affermati campioni come Alessandro Zanardi, Giancarlo Fisichella, Alessandro Nannini, Luca Badoer, Felipe Massa, Robert Kubica, Nico Hulkenberg, senza dimenticare i campioni del mondo Jacques Villenueve, Kimi Raikkonen e Nico Rosberg che mossero a Varano i primi passi in Formula 3.
Attualmente l’Autodromo di Varano, ospita competizione per moto ed auto (Campionato Italiano Velocità auto, Trofeo Motoestate, MiniGp) oltre che prestigiosi eventi (ASI Moto Show, Formula SAE), prove libere per auto e moto stradali e da competizione, Drifting, Supermotard, oltre a test drive e presentazioni nuovi veicoli.
Con lo sviluppo delle nuove tecnologie in campo motoristico, l’autodromo è diventato, negli ultimi anni, sede per test di molti team di Formula E, grazie alla sua configurazione del tracciato e a nuove configurazioni che vengono installate appositamente su richiesta dei team.
Inoltre è sede di sviluppo del nuovo progetto dell’Ing. Dallara, la DALLARA STRADALE, che viene testata quasi quotidianamente sul tracciato del Riccardo Paletti.
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